Cura gli alberi come fossero i suoi bambini. Sonia Laghi del Podere Guaralda sul monte S. Giovanni in Squarzarolo, in località Civitella di Romagna (Forlì-Cesena) nei suoi 14 ettari e mezzo ha piantato anche il pesco sanguinella e il pesco carota, due varietà di pesche che non esistono più sul mercato.
Frutti dimenticati, appartenenti all’archeologia arborea, con alberi poco propensi a coltivazioni intensive, ma con qualità di gusto e profumo spesso superiori a quelle che acquistiamo sui banchi dei negozi.
Con questi tipi di pesche Sonia produce ottimi succhi, privi di pesticidi e di conservanti, che rivende ai gruppi di acquisto solidale (gas) o li propone ai clienti dell’agriturismo.
Succhi interessanti quanto la lotta quotidiana che Sonia opera da anni contro i parassiti da alberi da frutto. Al Podere Guaralda, infatti, si pratica solo agricoltura biologica con il rispettivo “lancio di predatori” e posizionamento di trappole con vino e cannella o aceto di mele e miele. Sembra un gioco ma non è così.
Utilizzando gli atomizzatori Sonia lancia sugli alberi da frutta i piccoli predatori molto golosi dei parassiti che infestano e uccidono i frutti. Se li trovano fanno una scorpacciata, eliminandoli tutti, altrimenti muoiono di fame.
Le trappole, invece, sono veri e propri laghi in cui i parassiti annegheranno, felici e ubriachi. I piccoli animaletti infatti sono attratti sia dal colore delle bottiglie che vengono posizionate accanto agli alberi che dall’odore del liquido. Sonia vernicia il loro interno a secondo del parassita che deve attirare, poi all’interno versa pozioni molto profumate composte da vino e cannella o aceto e miele o addirittura un intruglio a base di ammoniaca e sardina. La tentazione è forte, il parassita lascia il frutto non ancora attaccato e si dirige sul banchetto che pensa sia molto più invitante e, una volta lì, con la mente annebbiata dall’inteso profumo, ci si butta, suicidandosi. I frutti sono salvi, i parassiti per un attimo hanno assaporato il paradiso e Sonia è contenta.