Quando veniamo al mondo ci vengono consegnate delle chiavi. Tante chiavi per altrettante porte che incontreremo durante il nostro viaggio. In alcune stanze vorremo entrare, in altre no. Da alcune riusciremo a uscire, in altre resteremo imprigionati. Quello che ci preme capire è come avviene la scelta? Se di scelta si tratta. Come premessa vi parlerò di tre paia di scarpe che ognuno dovrebbe avere nella scarpiera personale per iniziare il cammino. Il primo paio di scarpe fa parte della dotazione naturale con cui si nasce: è la curiosità. Il secondo paio di scarpe, forse il più importante nella vita, è l’autostima. E questo, purtroppo, per metà è un regalo che ci viene donato nei primi anni della nostra vita. Se chi ci sta vicino non ci insegna l’amore, difficilmente conquisteremo l’autostima. Il terzo paio di scarpe sono scarpe col tacco, esprimono un concetto più complesso perché riguardano l’elaborazione. Bisogna alzarsi un po’ da terra per guardare le cose che capitano ed elaborarle. Sono scarpe fondamentali per crescere e per cambiare, indispensabili anche per recuperare le scarpe dell’autostima, nel caso non ce le avessero donate. Sono un passepartout. Se non abbiamo la chiave giusta di una porta con queste scarpe possiamo entrare lo stesso. Anche queste si acquistano nei primi anni di vita, con esercizio e osservazione. Quindi ricapitoliamo. Abbiamo scarpe (chi più, chi meno), abbiamo chiavi e incontriamo porte. Manca solo il ritmo, la cadenza data dai passi, dai minuti che trascorrono da quando veniamo al mondo. E il ritmo risponde alle leggi della matematica. Direte voi: cosa c’entra la matematica con la psicologia femminile o col percorso di crescita? C’entra come una linea che parte da A e arriva a B è molto diversa da una linea che parte da A torna ad A senza riuscire ad approdare a un altro punto. La prima è un linea dritta, l’altra è un cerchio. La prima esprime un percorso di crescita, l’altra di eterno ritorno.