La filosofia del “piattino”

November 18, 2015
in Category: Pasta&food
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La filosofia del “piattino”

La filosofia del “piattino”

C’è chi la definisce “composizione artistica gastronomica realizzata con quello che c’è quando si apre il frigorifero”. Io lo chiamo “piattino”. Si pratica normalmente di sera, quando non si ha voglia di cucinare ma ci va qualcosa di stuzzicante. Sui bambini ha un effetto divertente e consolatorio ma anche sugli adulti funziona a meraviglia.

Non è difficile: basta aprire il frigo e lasciare andare la fantasia: un pezzetto di formaggio, la pasta del giorno prima riscaldata, verdura tagliata e condita col limone, una salsetta improvvisata, due grissini…

Il trucco sta nel comporlo rispettando un senso. Cercate voi il vostro: elegante, serioso, sbarazzino, creativo, delirante, simpatico, eccessivo. Deve essere realizzato con attenzione e cura perché il momento della composizione e della scelta delle varie parti che daranno vita a un piatto unico è fondamentale.

Come quando arredate una casa: ogni pezzo è unico ma è l’insieme che lo valorizza. Il concetto che sta alla base del piattino è assaggiare, pizzicare, diversificare, in compagnia. Non di qualcuno. La compagnia se la fanno gli alimenti che avete piazzato uno accanto all’altro. Voi potete tranquillamente essere soli che, comunque, avrete davanti un piatto profondamente amichevole e sociale. Un piatto interattivo. E se avete azzeccato la composizione statene certi che riuscirà a infondere anche a voi quella sensazione di armonia e pienezza che solo un concerto di musica (soul, funky, heavy, rock…) riesce a trasmettere. E vai con l’assolo di batteria…

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