Hanno dedicato la loro vita a un prodotto non tipico della loro terra, tirandone fuori il meglio e portandolo ai massimi livelli in tutto il mondo. Quasi come fanno cinesi e giapponesi. Stiamo parlando della famiglia Babbi di Cesena.
Fu Attilio, nel lontano 1958, a sfornare il primo wafer viennese fatto alla romagnola. Un prodotto sublime, da estasi, difficilmente descrivibile. Va assaggiato, non basta dire che è molto fine, di altissima qualità, leggero e gustoso. Chi non l’ha mai provato non può comprendere appieno l’aroma, la friabilità, il fatto che dopo averne messo in bocca uno non puoi fare a meno di farne seguire un altro. Per questo è un prodotto da provare almeno una volta nella vita.
E pensare che quando Attilio, 57 anni fa lo propose a un forno di Cesena, gli venne detto che essendo un prodotto romagnolo avrebbero fatto fatica a venderlo e quindi l’affare non si fece. A quel tempo andava l’esotico, lo straniero. E forse è stata la sua fortuna, perchè Attilio, dopo aver caricato le scatole dei suoi waferini in auto, iniziò a girare Milano, Torino e le grandi città, incontrando l’interesse delle pasticcerie più importanti e pregiate.
Da quel momento la macchina di quella sfoglia sottile arricchita da creme delicate ma gustose non si è più fermata, sfornando Babbini, Babette, coni gelati, cremini, praline Bon Bon, finissime creme spalmabili…
Dopo tanti successi nel mondo e altrettante conferme, ora il figlio di Attilio, Giulio Babbi, 87 anni ma tanta energia da vendere, viene insignito del premio Galvanina, premio che prima di lui ha “incoronato” Lorenzo Ercole (Fratelli Saclà), Joe Vitale della Italpasta di Toronto, Surgital, Carla Latini e Leonardo Spadoni, ma anche Tonino Guerra, Gualtiero Marchesi, Gianfranco Vissani, Carlo Cracco.
“Grazie ai miei figli, abbiamo vinto una scommessa non facile, ricca di grandi soddisfazioni – racconta Giulio Babbi. – Una scommessa supportata dal lavoro del nostro Ufficio Ricerca e Sviluppo che ha saputo rimpiazzare, negli ultimi quindici anni, le intuizioni di mio padre Attilio, facendo così diventare i sogni una realtà. Si è trattato di un passaggio culturale, tanto lungo quanto impegnativo. Siamo piccole pulci che si nutrono del proprio lavoro, del proprio impegno quotidiano, amanti di un territorio fatto di eccellenze e di benessere, felici ed orgogliosi quando riusciamo a creare nuovi posti di lavoro”.
Il tributo gli sarà consegnato domenica 22 novembre alle 16,30 nello spazio del Teatro Food all’interno della kermesse Food&Pastry a BolognaFiere. Il palcoscenico della premiazione è il Festival della Cucina Italiana www.festivaldellacucinaitaliana.it giunto alla 15ª edizione, uno degli appuntamenti enogastronomici più longevi che raccoglie il meglio del cibo e del vino.