Alcune settimane fa, come consumatore, ho partecipato a un’indagine sul cibo promossa dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università di Barcellona. Dovevo rispondere ad alcune domande riguardanti le bevande alternative al latte di mucca: tra queste il latte di soia, di cocco, di avena, di riso e di mandorla. Premetto che io non consumo mai questo genere di prodotti per due motivi: non mi convince il loro sapore e normalmente di mattina bevo acqua con limone o una spremuta d’arancia; a pranzo proseguo con solo acqua, e a volte, un mezzo bicchiere di vino, e nel pomeriggio, se proprio mi viene voglia di qualcosa di diverso, mi preparo una tisana o un tè verde. Non bevo normalmente nemmeno latte di mucca che, invece, uso per cucinare. La studentessa che mi ha rivolto le domande, invece, ha vissuto qualche mese in Spagna e mi ha raccontato di quanto nella penisola iberica queste bevande alternative al latte di mucca siano diffuse e apprezzate. Nei supermercati spagnoli (a differenza di quelli italiani) si trovano addirittura interi reparti dedicati a loro, e i ragazzi bevono ormai solo quelle. Fanno colazione col latte di cocco, al pomeriggio, mentre studiano, bevono latte di avena rinforzato con omega, vitamine, calcio o ferro. Ogni tanto alternano con latte di mandorla, di riso, di soia e magari a pranzo si mangiano anche un bella cotoletta vegana con un’altra dose di soia. Visto che la ricerca della studentessa sulle bevande alternative mi ha incuriosito sono andata a leggere benefici ma soprattutto controindicazioni di questi nuovi latti “miracolosi”. Se andate a leggere quelle della soia, non c’è da star tranquilli soprattutto se avete qualche problema ormonale; se poi vi casca l’occhio sull’indice glicemico del latte di cocco ingrassate solo a guardarlo. Stesso discorso per il latte di mandorla che è molto calorico e tutti consigliano di consumarlo sporadicamente. L’avena si salva, ma pare un po’ povera di tutto e, secondo me, il gusto non è così buono come quello di una tisana aromatizzata o una spremuta di agrumi che, tra l’altro, hanno meno calorie ed effetti anche migliori sulla salute. Eppoi molte di queste bevande, a parte il costo non sempre alla portata di tutti, contengono anche olio di girasole, qualcuno anche quello di palma. Non mancano poi gli zuccheri aggiunti (glucosio e fruttosio), il sale e le vitamine aggiunte (che non fa bene aggiungerle perché dovrebbero essere assunte tramite cibo). Vogliamo parlare della soia? Per il 90% geneticamente modificata. Insomma sapete che vi dico: se devo proprio farmi male io, una volta a settimana, mi bevo un bel bicchiere di latte di mucca, altrimenti continuo con acqua, tisane e spremute. Che ne pensate voi?