Renegades e la quotidiana fatica di procurarsi un pranzo

November 7, 2015
in Category: Passato di parole
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Renegades e la quotidiana fatica di procurarsi un pranzo

Renegades e la quotidiana fatica di procurarsi un pranzo

C’erano una volta un Re, una Regina, e la quotidiana fatica di procurarsi il pranzo. “Quando arriva è già arrivata” – disse Re tirando un sasso contro il marciapiede. “Sì la fame è brutta” rispose Regina mettendosi a posto la camicetta a fiori e cercando di darsi un tono. “Quando la senti, ce l’hai già. E se ce l’hai devi mangiare. Ma dove andiamo a trovare da mangiare?”.

L’asfalto bruciava come la gola. Re si sarebbe bevuto una tanica di acqua meglio ancora di vino ma in tasca aveva solo un tappo di plastica rubato. I piedi sporchi si muovevano tenendo un ritmo che sentiva solo lui per dare al più presto una risposta a Regina, al suo nuovo amore da proteggere. Ma la notte era più calda e afosa di quanto potessero sopportare e così decisero di scendere al mare per affogare una volta per tutte la fame e nuotare fino all’altra costa.

Un viaggio impegnativo, costoso, anche pericoloso, ma per loro unica possibilità di sopravvivere. Re e Regina avevano sentito dire che dall’altra parte avrebbero trovato frutti che cadono da soli quando sono pronti per essere mangiati, prati con insalate già condite, vino che esce direttamente dai grappoli, animali fedeli consiglieri e uomini cattivi come il fiele, di cui bisogna diffidare sempre. Ma anche uomini buoni capaci di condividere con chi è più sfortunato non solo il pranzo ma anche i sogni. “Come faremo a distinguere quelli buoni da quelli cattivi?” chiese Regina prima di tuffarsi. “Mi hanno detto che basta guardarli negli occhi – rispose il ragazzone sporco e malvestito con l’acqua già alla vita – Ma io non ci credo…” “E tu cosa vedi nei miei?” chiese subito Regina. “Disperazione”. “E com’è la disperazione? Buona o cattiva?” “Di sicuro è il buon risultato di uomini cattivi”.

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