Piatto dell’insuccesso da dimenticare

January 8, 2016
in Category: Pasta&food
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Piatto dell’insuccesso da dimenticare

Piatto dell’insuccesso da dimenticare

E’ meglio avere una vita piena di piccoli fallimenti da cui ricavare importanti lezioni, piuttosto che una vita piena di rimpianti per non averci neanche provato”

Osservate un bambino quando impara a camminare: tenta di alzarsi da solo, cade, si rialza. Ricade, si arrabbia, ci riprova e alla fine, dopo settimane, a volte mesi, ci riesce: si alza e cammina. Un esempio semplice che testimonia come un successo sia sempre preceduto da un fallimento. Solo chi ha il coraggio di rischiare, e quindi anche di sbagliare, riesce ad andare lontano. Chi ha paura di fallire e non vuole rischiare forse non cadrà mai ma andrà poco lontano.

E’ il tipo di reazione che abbiamo davanti a un insuccesso a indicare se si è pronti a partire per vincere oppure è meglio restare a casa. Prostrarsi, vergognarsi, sentirsi inadeguati per lo sbaglio commesso e ritirarsi passivamente non aiuta a riprovarci. Grinta e determinazione a far bene la prossima volta sono un’assicurazione sul fatto che prima o poi andrà a gonfie vele.

Che c’è di più azzeccato di un piatto nato da un errore? Un piatto che, dopo essere stato inventato per caso, anzi per sbaglio, ha riscosso un successo enorme. Di più, un successo mondiale.

Il piatto dell’insuccesso da dimenticare è la crema ganache che si ottiene mescolando panna fresca e cioccolato e una piccola parte di burro. La ganache (che in francese significa maldestro) deriva il suo nome proprio da un errore di manipolazione. Un cuoco apprendista che aveva versato per sbaglio della panna bollente sul cioccolato era stato apostrofato dal capo-cuoco con il termine offensivo “ganache”. Ma l’errore, ovvero il composto che ne venne fuori, invece di essere buttato per curiosità fu assaggiato, risultando, come oggi sappiamo, assai gustoso. Uno sbaglio che ha consegnato ai posteri una delle creme più buone al mondo, dando valore e confermando la tesi, se mai ce ne fosse bisogno, che sbagliando non solo s’impara ma si possono ottenere anche risultati impensabili.

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