Il piatto del licenziato

December 19, 2015
in Category: Pasta&food
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Il piatto del licenziato

Il piatto del licenziato

Mi licenziate e basta? Credevo che gli schiavi fossero venduti!”

(Dipas)

Non è un’emozione e nemmeno un sentimento. E’ una condizione molto frequente negli ultimi tempi e mai troppo piacevole. La conferma di non servire più a questo balordo mondo produttivo può mettere a rischio la nostra sicurezza e non solo economica. Il crack del portafoglio spesso accompagna il crack del cuore. Affetti e autostima sono messi a dura prova. Il piatto del licenziato deve nutrire chi è stato rifiutato, accoglierlo, dare sicurezza. Offrirgli tutto ciò che ha improvvisamente perso.

Per superare la fase buia è necessario intravedere un raggio di sole. Lo stesso effetto che fa una crema di zucca calda e accogliente con crostini di pane su una tavola appena apparecchiata con una bella tovaglia azzurra.

Alla zucca si può aggiungere una manciata di ceci per render la crema ancora più nutriente. I ceci sono legumi simpatici, solitamente incontrano il gradimento anche dei bambini. Sia con la zucca che con i ceci si può preparare un pranzo intero: dal primo al dessert. Sono alimenti che, come il licenziato, si adattano a ogni impiego.

La zucca, inoltre, si adatta bene al ruolo visto che nella storia del cibo si è guadagnata l’appellativo di “cibo ‘povero’ destinato unicamente alle classi non ricche. E poi le zucche possono essere vuote (come le tasche dei licenziati) oppure piene come quelle di chi non ha nemmeno bisogno di lavorare…(le ingiustizie della vita…) Ma sono anche magiche, Secondo leggende ancora attuali è capace di tenere lontano gli spiriti maligni e nell’antichità, sia in Occidente che in Oriente, era considerata simbolo di resurrezione dei morti. Direi perfetta per l’occasione: chi è più morto di un licenziato?

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