Piatto del pauroso

December 5, 2015
in Category: Pasta&food
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Piatto del pauroso

Piatto del pauroso

Il nemico è la paura. Si pensa che sia l’odio; ma, è la paura. (Gandhi)

Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno. (Martin Luther King Jr)

Per paura si sbaglia, per paura si tradisce, per paura si fugge. Per paura si fa anche male alle persone più care. La paura è la molla che più delle altre spinge gli uomini a compiere azioni. E per fortuna esiste perchè la paura ancestrale, quella che ci portiamo in grembo fin da piccoli, è alimentata da un sano spirito di conservazione. E’ un sentimento potente e, soprattutto, involontario che in molte occasioni ci fa sopravvivere.

Ma c’è un altro tipo di paura molto più fisica e provocata da un evento solitamente spiacevole. In questi casi la paura non ci fa agire, anzi l’opposto: può anche paralizzare i movimenti. Conosco persone che quando hanno paura hanno l’impressione che le tremino le ascelle. Altre che provano fastidio a ginocchia e piedi e non riescono a spostarli. Ognuno di noi ha una parte del corpo in cui la paura dorme finché non viene risvegliata e si fa sentire. La cosa comune a tutti è l’adrenalina che si libera nel momento in cui la proviamo. A livello fisico si trasforma in un misto di sudore e tremore.

Il piatto del pauroso deve quindi essere molto odoroso, anzi, esageratamente odoroso. Il tartufo, solitamente definito un alimento afrodisiaco, qui diventa emblema della paura. La paura si annusa nello stesso modo in cui un lagotto romagnolo o un bracco ungherese annusano il tartufo aggrappato alle radici di un albero. Dissotterrano il tesoro, o come viene chiamato “il testicolo della terra” senza l’aiuto di mappe o tom tom, perché la natura vuole così. E la natura è più forte di tutto.

A un pauroso, quindi, vanno servite uova strapazzate al tartufo bianco d’Alba accompagnate da un buon Dolcetto di Dogliani. Tartufo per l’intenso profumo, sudore che nasce dalle profondità della terra. Le uova, invece, sono l’origine della vita come la paura è un istinto di conservazione vitale. Ma le uova hanno una particolarità che è quella di contenere già la morte. Se non vengono covate a dovere, quella vita che promettevano s’interrompe e finiscono di sicuro nel piatto.

Il vino, un bianco profumato e morbido, rammenta le acrobazie magiche che si svolgono durante la trasformazione dell’uva in vino: la fermentazione. Anche questo è un processo biochimico che però, diversamente dalla paura, ha l’effetto di sciogliere le tensioni e non di crearle. “Un bicchier di vino e passa la paura…” consiglio non ancora utilizzato ma secondo me particolarmente azzeccato. Se volete, quindi, potete iniziare dal vino e, se per un qualche motivo vi sale la paura, fermatevi lì. 

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