Un visionario affamato. Un sognatore concreto. Un equilibrista sempre in tensione, pronto a scattare e ad afferrare la vita dalla parte migliore. Nerio Alessandri, Presidente e fondatore di Technogym, presidente di Wellness Foundation, è tutto questo ma non sarebbe il Nerio Alessandri che conosciamo se non fosse nato in Romagna. Nella Romagna dei motori, dove la passione per la meccanica si unisce alla passione per il bello e all’infinita voglia di correre avanti, di andare a vedere prima degli altri di cos’è fatto il futuro.
Uno stilista mancato
All’età di 12 anni acquistava a metà prezzo gli stereo dagli amici più ricchi. Ci rimetteva le mani per abbellirli, potenziarli e poi li rivendeva a un prezzo più alto. Coi soldi messi da parte acquistava i motorini che andavano per la maggiore in quegli anni, li rielaborava e dopo qualche mese li rivendeva al doppio. Un piccolo genio non solo della meccanica ma anche del commercio. Uno che ci sapeva fare con le mani (la sua grande passione è la tecnica, capire come funzionano gli oggetti) e con la testa. Anche con i vestiti faceva la stessa cosa. In famiglia i soldi erano pochi ma a lui piacevano gli abiti belli, ben fatti, e così entrava nei negozi di marca, li fotografava e poi se li faceva rifare uguali dall’amica sarta, ma con qualche dettaglio diverso per sentirli più suoi. Un ragazzino con una personalità forte che, come si dice in Romagna, o diventava un “patacca” o uno che ce la fa.
“Nati per muoverci” è un romanzo avvincente
Di questi e altri ricordi Nerio Alessandri parla del libro di 250 pagine che ha presentato al Technogym Village di Cesena. Ma non si parla solo di lui. Nerio Alessandri nel suo “Nati per Muoverci”, edito da Baldini Castoldi (16 euro), omaggia anche tutti coloro che l’hanno accompagnato nella sua crescita di uomo e di imprenditore. Il primo pensiero va a Stefania, la moglie. “Stefania è come una roccia accogliente – scrive Alessandri – è il baricentro della famiglia, spontanea e semplice come quando l’ho conosciuta, completamente priva di fronzoli. Mi è sempre piaciuta la sua trasparenza, la sua capacità di stupirsi, salvo poi spiazzarti con osservazioni profonde e autoironiche”.
Nato in una famiglia concreta, il legame col fratello
Poi i suoi genitori: un padre concreto, che gli ricorda sempre il valore dei soldi e l’importanza del lavoro, e una mamma che, alla fine, pur con i timori di madre, è sempre stata dalla parte di quel figlio che ha fatto della sfida la sua “ossessione”. Pagine intere anche per il fratello Pierluigi, più piccolo di lui e molto diverso, ma in realtà solo l’altra faccia di Nerio. “Io sognatore – scrive nel libro – lui concreto. Io espansivo, lui introverso. Ma per capirci non abbiamo bisogno di parlarci, basta un’occhiata”.
Il terrore di non poter più crescere, viaggiare, imparare
Poi gli zii Virgilio e Giuliano che l’hanno introdotto nel mondo del lavoro, nel paradiso-inferno dei successi facili (siamo nel pieno boom dell’edilizia) ma anche delle sconfitte improvvise, quelle che fanno aprire gli occhi sulla vita e sulla sua precarietà. “E’ da quell’episodio che è nato il mio terrore di ritornare povero – confessa Alessandri – ma non nel senso di perdere le cose materiali. La cosa peggiore sarebbe perdere la possibilità di viaggiare, conoscere persone, costruire contatti, realizzare idee”. Poi l’amico Gabriele Mengozzi e dirimpettaio di casa che lavora alla Technogym da 30 anni, Cesare Roda dell’omonima ditta in cui ha lavorato Nerio Alessandri finchè non ha deciso di mettere in piedi la sua azienda, Maurizio Placuzzi, l’amico di Calisese con la passione per i viaggi e le lingue, che gli ha fornito per primo le riviste di fitness americane, ancora sconosciute in gran parte dell’Italia, Roberto Bocchini, Franco Monti e Gilberto Grillanda della palestra Champion, in cui Nerio Alessandri è entrato per la prima volta nel 1982 e da lì gli è venuta l’idea di unire la sua passione per la tecnologia alla ginnastica, fondando il wellness.
Il segreto dell’imbestio
Senza dimenticare amici, colleghi, persone incontrate, occasioni prese al volo come i 52 aerei nel suo primo viaggio in America insieme a Placuzzi, le prime fiere, l’incontro con Arrigo Sacchi, la parola “imbestio” (avere fame, volersi migliorare sempre, senza accontentarsi), coniata apposta da Alessandri all’interno di Technogym e condivisa da tutti i suoi dipendenti. Una bella galoppata da quel garage di Calisese al Technogym Village, che accompagna il lettore in modo semplice dentro la storia di un uomo che, può piacere o no, ma ha qualcosa di veramente speciale.
(foto mauro scabogna La Presse)