Il goloso che non ingrassa, la cotoletta di verdure, la friggitrice ad aria, il tiramisù senza uova. Ormai sono anni che le categorie culinarie  scontano il modo di vivere che la nostra società dell’apparenza ci impone. Siamo la società del finto leggero, della galletta di riso, del fiocco di formaggio. Pensiamo di spezzare il pomeriggio mangiando calorie per il corrispettivo di un petalo di rosa e invece ci ritroviamo con l’intestino intoppato e il cerchio alla testa. Siamo quelli che a cena abbondiamo con le pizze ma solo con impasti speciali, preparata per i supereroi: all’Enkir, al carbone vegetale, al grano arso, ai legumi, alla canapa sativa… E pensare che i nostri nonni hanno fatto tanto per portare il pane bianco a tavola, il pane delle feste. Il mio non è astio e nemmeno snobismo, anche perché ci viviamo tutti in questa società e, bene o male, ne siamo condizionati, ma quello che fa un po’ sorridere è che ci lasciamo tutti confondere in un bicchiere d’acqua, compiacendoci di credere a chi la racconta più grossa. E ogni volta pensiamo sia stata  scoperta l’erba panacea, il rimedio universale, mentre nel bicchiere sempre acqua c’è. Anzi, mi raccomando che non sia gasata…

Elisabetta Boninsegna