Cosa bere di buono per Natale? Di buono e, soprattutto, di romagnolo… Impossibile non iniziare dalla festosità delle bollicine. I consigli del “Club dei Bianchi in Romagna”, infatti, partono proprio dall’eleganza e dalla disinvoltura di questi vini ideali per un aperitivo ma anche per un buon pranzo di pesce. E allora stappiamo un Blanc de Blanc Metodo classico Pas dose’ di Fattoria Monticino Rosso, terroir imolese, Albana 100% e un’importante sosta sui lieviti con note di frutta e crosta di pane. Sulla stessa scia il Prèdio, la Gran Cuvè Brut di Tenuta Merlotta (Imola) che sposa l’eleganza dello Chardonnay al carattere del Pinot Noir regalando una croccante acidità che ne sorregge il gusto. Si continua spostandoci a Fusignano con il Rambela Extra Brut di Randi, spumante a base di vitigno Famoso che rende il vino aromatico e adatto alle nuove proposte della cucina fusion al profumo d’oriente. Stessa famiglia e stesso territorio, quello del ravennate, per il Rambela Brut Spumante di Tenuta Uccellina (Russi) uno Charmat lungo, sempre a base di Famoso, che viene esaltato con un bel piatto di crostacei. Continuando nella scia delle bollicine Charmat, non si può tralasciare il Canto delle Sirene di Branchini 1858 (Imola), spumante a base Pignoletto la cui lunga persistenza accompagna piatti di pesce, sushi e carni bianche. Stessa intensità e freschezza anche nel Prima Alba, un brut targato Ballardini da Brisighella che nasce da un uvaggio di Pinot e Sauvignon Blanc.
Per chi ha voglia di provare, il passo dalle bollicine ai bianchi strutturati è breve e sicuramente fruttuoso. Non si può iniziare dalle Albana, il fiore all’occhiello della Romagna del vino, grande bianco che soprattutto nella versione secco sta volando nelle hit delle guide nazionali. Ad aprire le danze e ad accompagnare un buon cappelletto in brodo è l’Albana Secco 2020 di Tenuta Masselina coltivata nelle Colline della Serra di Castelbolognese, fermentata in acciaio e botti di rovere francese. E continuando negli abbinamenti ancora tra vini di struttura adatti ai secondi piatti di pesce e a preparazioni leggere di carni, ecco Ribalda, Romagna Albana Docg di Tenute D’italia, vino netto ed essenziale dalle sensazioni fruttate e floreali con note fresche di erbe officinali; Fiorile l’Albana Docg di Fondo San Giuseppe (Brisighella), un vino fermentato per metà in acciaio e metà in tonneau, di un giallo dorato intenso con naso ampio, note di agrumi e albicocca e sentori minerali; L’Animo, la Rebola dei Colli di Rimini Doc di Tenuta Saiano, terroir riminese, che racconta tramite note minerali e profumi iodati, l’espressione di alta collina e dellʼaffiorare della vena del gesso. Amedeo Bianco, il Romagna Albana Docg in purezza di Zavalloni (Cesena), un vino che colpisce al palato per la sua eleganza e pienezza, nato da vigneto cru di oltre 50 anni, attraverso un mix di uve, per metà parzialmente appassite unite a grappoli assemblati in tonneau. E per finire con il trionfo di dessert servono vini dalle sensazioni mature, da respiri profondi come la Talandina, il Romagna Doc Albana Spumante di Celli di Bertinoro, dal colore giallo dorato lucente, profumato di frutta matura, albicocca e frutta candita dal sapore dolce, pieno e suadente, da abbinare con la pasticceria fine, crostate di frutta, panettone, pandoro e dolci al cucchiaio.