Elogio dell’Artusiana, dove il tempo è rispettato

July 3, 2018
in Category: Pasta&food
1504
Elogio dell’Artusiana, dove il tempo è rispettato

Elogio dell’Artusiana, dove il tempo è rispettato

In un mondo che, a parole, è sempre più schiavo di piatti cucinati senza qualche ingrediente o con qualcosa che richiami il passato (vedi grani antichi…) o di un prodotto coltivato nell’orto dietro casa (vicino all’autostrada ma spacciato per biologico) una festa come l’Artusiana di Forlimpopoli è quello che ci vuole per contrastare questo modo di parlare di cibo, un chiacchiericcio mediatico e poco autentico. Modo di parlare perché la gente, alla fine, mangia nel modo in cui parla e non di cosa parla. I più, basta che vi guardiate attorno, comprano tutto già fatto, altroché “ricetta senza”…o prodotto pseudobiologico. Cucinare costa fatica. Se apri la busta, ficchi in padella e cuoci serve poco. Ma cos’è solo mancanza di tempo? Più che altro sono i tempi che ci concediamo: tempi da cellulari, in cui si leggono pochissimi libri, ci si informa al telefono (tempo impiegato 4 minuti se va bene) e si pensa di sapere tutto perché tanto c’è wikipedia. Non sappiamo sfruttare l’occasione storica offerta anche dalle facilitazioni tecnologiche di continuare a imparare, a studiare, a cucinare e a fare le cose con i loro tempi. Non è che prima si stava meglio…io non penso questo. Dico solo che la mia aspirazione è parlare bene e mangiare meglio. E devo dire che, dopo una decina di anni che frequento la Festa Artusiana di Forlimpopoli, posso affermare con certezza che la maggior parte dei ristoranti che partecipano alla festa rispettano le cotture lunghe, i mangiari popolari, valorizzano l’artigianalità delle “Mariette” con le loro opere d’arte. Le lasagne qui sono fatte come le faccio io a casa. Si compra latte, burro e farina e si mescola con pazienza, dosando il latte per non far amalgamare la farina. E poi si aggiunge una spolverata di noce moscata. Non si compra la basciamella già fatta per far prima che tanto è lo stesso… perchè non è lo stesso. Leggere un titolo sul cellulare non è come leggere un articolo sul giornale. Leggere un settimanale con tradimenti e divorzi non come leggere Madame Bovary.  artusiana 3
L’Artusiana è un grande mangificio è vero, in ogni angolo c’è un chiosco o un ristorante, ma gli organizzatori sono stati capaci di far mantenere a chi cucina il rispetto e la dignità del mangiare. Ogni piatto ha una sua personalità, una sua storia. L’altra sera sono stata all’Asilo Rosetti, cucinava la Protezione Civile di Forlimpopoli, avete capito bene, la Protezione Civile di Forlimpopoli. Beh…delle polpette strepitose, le bracioline ripiene alla ricetta artusiana da far svenire… Io non ho mai fatto un’abbuffata all’Artusiana, perché le abbuffate si fanno dove il cibo non ha gusto, sembra tutto uguale. Qui c’è il piacere di dosare, di assaggiare, di provare.
Eppoi l’atmosfera particolare che può avere una cittadina con un’antica rocca in città, con i camminamenti illuminati, un teatro storico, un palazzo dell’orologio illuminato a festa e le viuzze che si rincorrono tra loro ritrovandosi tutte in piazza, cuore pulsante della festa.

Share